I sette colli

Come molte altre cose, anche i sette colli di Roma sono cambiati durante i secoli.
Fu il re Numa Pompilio ad istituire la cerimonia del Septimontium (sette colline), che si celebrava l’11 dicembre presso i siti dei sepolcri degli Argivi (Argei in latino) su alcune alture. Gli Argivi erano, secondo la tradizione, gli eroi che strapparono il possesso di alcuni colli della futura Roma dai Siculi e dai Liguri.
Vi sono diverse interpretazioni, ma sembra probabile che il Septimontium si festeggiasse su tre alture del Palatino: Germalus (or Cermalus), Palatium e la  Velia; su tre dell’Esquilino (Fagutal, Oppius, Cispius), e sul Caelius. 

In origine il Septimontium era una festa delle genti che vivevano in quei luoghi, e ciò proverebbe che risale ad un periodo intermedio tra quello in cui era abitato solo il Palatino e quello in cui altri colli vennero occupati.

Una ricostruzione della prima Roma

Il re Servio Tullio, che emanò una nuova costituzione della città, estese la partecipazione al Septimontium agli abitanti del Quirinale, che erano di origine sabina, tuttavia la festa rimase come memoria della antica Roma “palatina”, distinta dalla sua componente sabina.
Nei tempi imperiali si perse la memoria del significato della festa, che divenne una celebrazione di tutta la città.
Secondo G. Vaccai (Le Feste di Roma Antica), quando gli storici iniziarono a domandarsi quali fossero i sette colli del Septimontium, li fecero coincidere con quelli all’interno delle mura imperiali, molto più vaste. La prima descrizione documentata risale ai tempi di Costantino (inizio IV secolo).
e questo è l’elenco:
– Aventinus (Aventino)
– Caelius (Celio)
– Capitolium (Campidoglio)
– Esquiliae (Esquilino)
– Palatium (Palatino)
– Quirinalis (Quirinale)
– Viminalis (Viminale)

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