Fogne

The Greeks were famous for their brains; the Romans for their drains

Nel Colosseo, l’acqua piovana veniva raccolta sulle gradinate da condotti concentrici confluenti in inghiottitoi verticali che conducevano sino al piano terra. Al piano terra l’acqua defluiva in parte verso l’arena e in parte verso l’esterno, a causa di una doppia pendenza del pavimento. All’esterno le acque (comprese quelle del piazzale circostante) si raccoglievano in un condotto costruito in mattoni, largo 60 centimetri e alto 1,6 m, che gira tutt’intorno al monumento 2 metri sotto il primo gradino alla base dell’anfiteatro. A intervalli regolari ai lati del condotto si aprono dei pozzi che conducono – alla profondità di 8 metri – ad una cloaca molto più grande che circonda l’anfiteatro. Questa cloaca doveva collegarsi alla fogna generale che percorre Via di S. Gregorio e raggiunge il Tevere all’altezza della Bocca della Verità dopo essere passata sotto al Circo Massimo.

I condotti esterni per le acque di scolo

L’acqua interna, raccolta sulle gradinate e sull’arena, finiva in un condotto ellittico lungo il perimetro interno dell’arena, e da lì nei condotti posti sotto i criptoportici in corrispondenza degli assi.

Sembrerebbe normale che tutti questi collettori facessero defluire l’acqua nella grande fogna ellittica esterna posta a –8 m, ma studi recenti hanno dimostrato che l’acqua di drenaggio defluisce in effetti soltanto dal canale collettore meridionale, e pare che gli altri tre collettori non siano collegati al collettore interno.

Non è quindi chiaro se tutti e quattro i collettori siano collegati a questa fogna. Da quanto si sa, questi condotti vennero realizzati durante la gettata delle fondazioni, con cemento colato sopra casseforme di legno lunghe più di 50 metri. Il loro pavimento – dell’età di Domiziano – era di mattoni, realizzato con cura per ottenere la giusta pendenza. La grande dimensione di questi condotti ha fatto pensare (Mocchegiani) che essi siano stati predisposti – sin dall’inizio della costruzione – per il rapido ingresso e deflusso dell’enorme quantità d’acqua necessaria al riempimento dell’arena per la rappresentazione di naumachie, ma che poi questo progetto sia stato abbandonato nell’età di Domiziano. Così si potrebbe spiegare perché le fonti antiche parlano di naumachie al Colosseo. Queste potrebbero essere state organizzate in un primo tempo, forse nell’età di Tito. Con il successivo allestimento degli ipogei dell’arena ciò sarebbe divenuto impossibile.

Sezione del condotto di scolo anulare esterno

Vi sono però dubbi sulla funzione di molte condotte presenti nell’anfiteatro. Recenti studi (Lombardi e Corazza) hanno dimostrato che nell’anfiteatro vi erano molte fontane. E’ stato suggerito (Luciani) che tubi e cunicoli siano stati distribuiti qua e là con funzioni di adduzione dell’acqua. E’ possibile pensare che così tante persone stando sotto al sole per così tanto tempo avessero bisogno di refrigerio, e infatti alcune tracce di fontanelle sarebbero state individuate sui vari livelli.

Una mappa delle principali cloache di Roma antica: l’acqua del Colosseo finiva in quella contrassegnata con F

I collettori sull’asse minore sono stati scavati, negli anni 1974-80, dall’allora direttore del monumento, Claudio Mocchegiani Carpano. Le sedimentazioni sono state analizzate dai proff. Devoto e Parotto. Nel limo sono stati ritrovati resti risalenti al IV-V secolo, cioè dell’epoca nella quale si ostruirono i condotti: piccole ossa di animali, sia esotici che da cortile e destinati al consumo degli inservienti o degli spettatori (galline, pecore, maiali, capre). Si pensa che le ossa più grandi fossero invece destinate ad essere utilizzate per farne oggetti. Si trovarono anche molti noccioli e semi di frutta, conservati nel limo, e perciò sappiamo che gli spettatori si cibavano di fichi, olive, noci, pesche e meloni. Luciani (Il Colosseo) osserva che, trattandosi di frutta estiva, se ne può dedurre che la maggior parte degli spettacoli si svolgesse nella buona stagione. Nei collettori si trovarono anche frammenti di ceramiche e terrecotte, soprattutto lucerne, e persino una tabella defixionum, una specie di laminetta usata per i sortilegi.

Tutte le immagini di questa pagina sono tratte da: Roma Sotterranea; a cura di Roberto Luciani; Fratelli Palombi Editori – Roma Cataloghi, 1985

Continua con la costruzione

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