Descrizione

Il Colosseo è un anfiteatro di forma pressoché ellittica, con l’asse maggiore, orientato OSO-ESE, lungo 188 metri, e quello minore 156. L’edificio poggia su una base di due gradini; al di sopra vi sono tre ordini di archi, ed un quarto piano con finestre rettangolari. Vi sono ottanta arcate per ciascun piano, separate da pilastri con una semicolonna. Sui primi tre piani vi erano corridoi circolari che potevano riparare gli spettatori in caso di pioggia.

Una pianta dei quattro piani

I quattro archi sugli assi erano le entrate principali, e probabilmente erano decorate con un piccolo pronao e una statua. Gli altri 76 archi erano numerati per un più facile accesso (sull’anello esterno ne sono oggi rimasti intatti 31).

Le semicolonne del piano terra sono tuscaniche (variazione romana dello stile dorico), quelle del primo piano ioniche e quelle del secondo piano corinzie. Il piano attico è diviso in riquadri da lesene romano-corinzie, e presenta una finestra rettangolare ogni due riquadri. Pare ( e le immagini che abbiamo lo confermano) che tutt’intorno, sui riquadri del piano attico fossero affissi un tempo scudi (clypea) di bronzo.
Gli archi sono larghi 4,2 m e alti 7,05 m al piano terra, mentre quelli dei piani superiori sono alti solo 6,45 m. L’altezza complessiva dell’edificio, compresi i cornicioni tra un piano e l’altro, è di 48,5 m.
L’arena nella quale si tenevano gli spettacoli, i giochi gladiatori e le cacce misura 76 x 44 metri; parte del pavimento era in legno e parte in laterizio. L’arena era separata dalle gradinate da un muro detto podium alto circa 3 metri, però i pochi resti del podium non permettono però di comprenderne esattamente la posizione e la distanza dall’arena. Questa durante gli spettacoli veniva ricoperta di una sabbia gialla proveniente dalla collina di Monte Mario, a Roma. In occasioni speciali si utilizzarono nell’arena sabbie particolari, colorate o mescolate a limatura di materiali luccicanti.

Per la costruzione del Colosseo furono impiegati 100.000 metri cubi di travertino (45.000 solo per le pareti esterne) proveniente dalle cave – ancora oggi attive – situate nei pressi di Tivoli. Per il trasporto della pietra da Tivoli si costruì appositamente una strada. Si impiegarono anche altri materiali: blocchi di tufo, laterizio e opus cementicium (un impasto di malta e piccoli pezzi di tufo), adattando la resistenza dei materiali ai carichi e alle spinte che dovevano essere sostenute. La combinazione di materiali diversi migliora l’elasticità della costruzione: i pilastri maggiori sono di travertino, i muri radiali di travertino e tufo, le volte di cemento, ed i muri interni erano intonacati e dipinti di bianco e rosso. Nei passaggi corrispondenti alle entrate principali vi erano stucchi e decorazioni, oggi molto danneggiati e quasi scomparsi.
I blocchi di travertino erano collegati da grappe di ferro, che sono state rimosse da tempo ed hanno lasciato quei buchi che si notano dovunque; si è calcolato che vennero utilizzate 300 tonnellate di metallo solo a questo scopo.

Come tutti gli anfiteatri, il Colosseo aveva due entrate principali sull’asse maggiore: la porta a NO era la Porta Triumphalis, dove entravano i gladiatori durante la pompa gladiatoria, la parata che si svolgeva al di fuori e alla fine entrava nell’anfiteatro. La porta sul lato opposto è detta Porta Libitinensis, (da Libitina, dea dei funerali) poiché da lì uscivano i gladiatori uccisi.

Le mensole di sostegno dei pali del velarium, con relativi fori



Tutt’intorno alla sommità vi sono delle mensole (vedi foto a destra) di appoggio per le 240 antenne (pali di legno) che una volta sostenevano il velarium, una serie di tende che proteggeva gli spettatori dal sole e che era manovrato da una squadra di marinai della flotta imperiale di Capo Miseno, acquartierati nelle vicinanze nei Castra Misenatium.

Il Colosseo era circondato da una zona di rispetto anulare, pavimentata con grandi blocchi di travertino e delimitata da cippi piantati nel suolo con una leggera inclinazione verso l’interno. La funzione dei cippi pare essere stata quella di attacco delle funi di sostegno del velarium, ma alcuni ritengono che invece fossero dei cancelli per disciplinare l’afflusso del pubblico. All’esterno dei cippi iniziava una piazza pavimentata con grandi blocchi di roccia basaltica.

La piazza intorno al Colosseo è forse uno dei pochi luoghi di Roma allo stesso livello dei tempi antichi. La città ha 2.600 anni e in tutto questo tempo si sono accumulati strati su strati di edifici e strade. Il livello della città antica era 8-15 metri al di sotto di quello attuale (si è calcolato che dalla nascita la crescita media annuale di Roma è stata di cica 7,5 millimetri all’anno) ma quando calpestate le pietre intorno al Colosseo state camminando sulle stesse pietre degli antichi Romani. Cliccate qui per una pagina di mappe della zona nei secoli.

La zona di rispetto

Cosa rimane oggi in piedi? Il lato nord del grande muro esterno, con 31 degli 80 archi di ingresso, e la parte della costruzione tra questo muro e l’arena, con lo scheletro dell’edificio, ovvero i muri radiali che sostenevano la cavea con i suoi sedili di marmo.

Interno

I sedili della cavea (oggi scomparsi quasi totalmente) erano di travertino. La cavea si divideva in tre anelli, chiamati, dal basso in alto, podiumgradatio e porticus. Negli anfiteatri più grandi, come il Colosseo, la gradatio era divisa orizzontalmente in diversi livelli (maeniana) da corridoi (praecinctiones) e verticalmente in settori (cunei) da gradini (scalaria) che conducevano alle entrate, dette vomitoria. Entrando, gli spettatori dovevano presentare una tessera che riportava il cuneusil gradus ed il locus loro destinato. Ad esempio, CVN III GRAD IV LOC I corrisponde a: posto 1, fila 4, settore 3.

Una sezione che mostra la divisione dei posti
La zona della cavea con le gradinate ricostruite (a quanto pare in modo errato) nel 1933

Una sezione della cavea è stata ricostruita negli anni ’30 (foto a sin.), e corredata di alcuni sedili ritrovati negli scavi. Pare comunque che la ricostruzione non sia corretta, poiché in quel luogo vi erano tre bassi gradoni dove i senatori piazzavano i loro subsellia (scranni) personali. La cavea era posta circa 3,6 m al di sopra dell’arena, il cui pavimento era in parte di laterizio e in parte di legno, con alcune sezioni rimovibili o ribaltabili per l’entrata e l’uscita di scenari, animali e materiali.

Il podium era la parte delle gradinate più prossime all’arena; nel Colosseo era alto circa 3 metri; quando vi erano spettacoli con bestie feroci si montava una barriera protettiva tutt’intorno al podium. La barriera era sormontata da rulli di legno, così da impedire agli animali di scavalcarla. La cavea presenta un’inclinazione di circa 37 gradi, in modo da offrire una buona visione dell’arena anche agli spettatori più distanti. Le colonne del portico superiore erano di marmo, come le decorazioni intorno al podium, ai vomitoria, le cui transenne erano scolpite.

Non è facile capire la funzione specifica dei locali sotto l’arena, oggi visibili in parte poiché il pavimento dell’arena è stato per metà ricostruito, ma si pensa che vi fossero disposti tutti i servizi necessari agli spettacoli: attrezzature, macchine, costumi, gabbie per gli animali, magazzini, e che tutt’intorno vi fossero ascensori per sollevare le fiere sino a botole poste ai margini dell’arena. Cliccate per una descrizione della visita ai sotterranei.

Un’imagine dei sotterranei

I corridoi e le scale furono progettati non solo in modo da assicurare un veloce accesso ed uscita del pubblico, che si è calcolato tra i 50.000 ed i 75.000, ma anche e soprattutto per mantenere separate le diverse categorie di spettatori. Le entrate principali, poste sull’asse minore, conducevano direttamente ai sedili centrali, mentre le altre entrate, riprodotte simmetricamente nei quattro quadranti, indirizzavano il pubblico ai loro posti assegnati, con un sistema di scale e muri che impediva il contatto tra le differenti classi.

Tra l’arena ed il podium vi era un tunnel di servizio, e tutt’intorno all’arena delle nicchie dalla funzione ancora incerta. Secondo alcuni studiosi queste nicchie erano cubicoli per gli arcieri che proteggevano gli spettatori dalle fiere nel caso in cui si avventassero contro il pubblico; per alcuni erano latrine e per altri invece vi era un canale con dell’acqua, per una maggiore protezione dalle bestie. In ogni caso, pare (Cozzo) che queste nicchie potessero essere raggiunte solo da alcune entrate poste nel quarto anello della cavea, accessibili solo al personale di servizio. Misteri del Colosseo…

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