L’anfiteatro
è un’invenzione dei Romani, ma … che cos’è un anfiteatro? Se sapete l’inglese andate a vedere sulla pagina Facebook di Bill Thayers, che dice:
Adesso, prima di iniziare, ripetete con me: un anfiteatro e un teatro sono tipi diversi di edifici. Gli anfi-teatri sono “teatri uno di fronte all’altro” . Un teatro ha un palco e il pubblico siede da una parte. La gente deve ascoltare, cosicché un teatro è relativamente piccolo.
L’anfiteatro invece è fatto per l’azione: è una arena sportiva, dove gli spettatori siedono tutt’intorno. Loro devono poter vedere, ma non hanno bisogno di sentire, così un anfiteatro può essere molto più grande.
Come spiegato nella pagina sui giochi, la prima testimonianza di un incontro tra gladiatori a Roma risale al 264 a.C., quando i figli di Brutus Pera offrirono questo spettacolo nel Foro Boario (una zona sulla riva sinistra del Tevere, dove si teneva il mercato del bestiame) per onorare la memoria del padre. Nel 216 il Foro ospitò un combattimento di 22 coppie di gladiatori; nel 183 sessanta coppie di gladiatori combatterono in occasione dei funerali di Publio Licinio Crasso, e nel 174 uno spettacolo durò tre giorni. Per molto tempo a Roma, in mancanza di un vero anfiteatro, gli spettacoli si tennero nel Foro oppure al Circo Massimo.
Nel Foro, per ospitare e proteggere gli spettatori dalle intemperie, venivano preparate tribune e tende per gli spettatori. Nel 384 il censore Gaio Maenio fece costruire delle balconate di legno sopra le botteghe del Foro, e da allora gli spalti dell’anfiteatro si chiamarono “maenianum” (questo secondo il grammatico Sextus Festus Pompeius, riferito da AA.VV. Il Colosseo, Electa).
Gli anfiteatri più antichi vennero costruiti in Campania (a Capua, Literno e Cuma) e possono essere datati alla fine del II secolo a.C.; altri (Avella, Pozzuoli, Telese) alla fine del primo secolo a.C:. A Roma la legge proibiva la costruzione di edifici per spettacoli. Pompeo riuscì a costruire un teatro nel 55 a.C. giustificandolo come un’estensione del Tempio di Venere.
Plinio il Vecchio riferisce che nel 53 o 52 a.C. Scribonius Curio diede giochi e spettacoli a Roma, e per l’occasione inventò una macchina molto originale. Si componeva di due teatri che potevano ruotare e formare una arena chiusa.. Al mattino il pubblico sedeva nei teatri, e poi i semicerchi venivano ruotati per chiudere uno spazio e assistere ai giochi dei gladiatori Plinio deplora che i Romani dopo il primo giorno, sfidando il pericolo non si muovevano dai loro posti neppure quando le tribune venivano ruotate, così che “l’arena è un posto meno pericoloso degli spalti”.
… theatra iuxta duo fecit amplissima ligno, cardinum singulorum versatili suspensa libramento, in quibus utrisque antemeridiano ludorum spectaculo edito inter sese aversis, ne invicem obstreperent scaenae, repente circumactis — ut constat, post primos dies etiam sedentibus aliquis —, cornibus in se coeuntibus faciebat ampitheatrum gladiatorumque proelia edebat, ipsum magis auctoritatum populum Romanum circumferens. (Plinio il Vecchio, Historia Naturalis, Edizione Mayhoff , XXXVI, 117 – Qui per il testo completo).
Per gli spettacoli a Roma venivano tirati su edifici provvisori; tuttavia continuò l’uso di organizzarli negli spazi pubblici. Nel frattempo la parola amphitheatrum iniziò a indicare quella cosa che prima era chiamata spectacula, o, in greco, Theatron kynegeticon (teatro di caccia). Troviamo la prima menzione del termine in Vitruvio (De Architectura, I,7,1). Nel dare istruzioni sulla disposizione degli edifici di una città, dice: “Se non c’è l’anfiteatro o la palestra, il tempio di Ercole dovrebbe essere vicino al circo.”
Il primo anfiteatro in pietra di Roma fu quello di Statilio Tauro, costruito nel 29 a.C. da qualche parte nel Campo Marzio (la sua precisa ubicazione è oggetto di dibattito tra gli studiosi). Sembra comunque che si continuasse a costruire in legno; nel 27 a Fidene, nei pressi di Roma, un anfiteatro di legno mal costruito cedette uccidendo 20.000 spettatori (Svetonio) o uccidendo e ferendone 50.000 (Tacito).
L’anfiteatro di Tauro, seppure in uso per molto tempo, era divenuto insufficiente per gli splendidi spettacoli della capitale imperiale. Sembra che Caligola tenesse gli spettacoli nei Septa, un grande spazio pubblico, e Nerone nel 57 fece costruire un proprio anfiteatro di legno – ci volle solo un anno – per i suoi spettacoli. Era magnifico: il velarium era blu, ed impiegava la più grande trave di legno mai vista a Roma: larga 60 cm e lunga 36 metri.
Le descrizioni citano gemme, oro, avorio. Il muro intorno all’arena aveva in cima rulli d’avorio che impedivano agli animali di saltare, e per maggior protezione una rete d’oro veniva tesa tutt’intorno, con appuntite zanne d’elefante inclinate verso l’interno. Sembra che il teatro sia andato distrutto nel più famoso degli incendi di Roma: quello del 64.