Mappe

PREISTORIA

Ancor prima che l’uomo abitasse il sito di Roma, nella valle dove ora sorge il Colosseo si raccoglievano le acque dalle alture circostanti, creando un lago. Queste mappe mostrano la geografia del luogo prima degli insediamenti umani. Il Tevere inondava le aree del Circo Massimo e del Campo Marzio, dove c’era una palude chiamata Palus Caprae, or Capreae.

VII SECOLO – LE PRIME MURA DI ROMA

Roma nacque quando popolazioni di origine latina, sabina ed etrusca si stabilirono sui colli. Secondo la leggenda, le prime mura furono costruite intorno al Palatino da Romolo, che poi sarebbe scomparso – assunto in cielo – nei pressi del Palus Caprae, mentre passava in rassegna l’esercito.

I SECOLO A.C. PERIODO REPUBBLICANO


Passano i secoli, Roma cresce ed il sito viene abitato. Si costruisce una cloaca per lo scolo nel Tevere delle acque del lago. La zona è densa di case e templi, anche perché si trova al punto di incontro dei confini di quattro delle regiones in cui è divisa la città.

64 AD – L’INCENDIO E LA DOMUS AUREA

Dopo il noto incendio del 64 Nerone occupa la maggior parte del centro della città. Ripulisce la zona e fa costruire una magnifica residenza: la Domus Aurea, con palazzi, parchi, padiglioni e ogni sorta di meraviglie (si discute se la superficie fosse di 20 o 60 ettari. Guardate l’intera storia in questo documentario, con una ricostruzione 3D del palazzo. In fondo alla valle Nerone fece fare un grande bacino rettangolare, circondato da un portico.

Una vista panoramica dell’enorme Domus Aurea

71-72 AD – INIZIO DELLA COSTRUZIONE
Dopo la morte di Nerone, il nuovo imperatore Vespasiano, con un gesto dal grande significato politico, restituisce ai Romani buona parte dei terreni della residenza di Nerone, e dove era il lago di Nerone decide di erigere un edificio pubblico: l’anfiteatro.

II-III SECOLO – IL SITO DURANTE L’IMPERO

Il sito è ormai centrale nella grande città: è pieno di monumenti, palazzi, statue, templi, edifici pubblici eccetera. L’ultima mappa in basso, stampata alla fine del ‘700 dal cartografo viennese Franz Anton Schraembl (1751-1803), è una riproduzione di Roma antica, probabilmente non molto precisa, ma benissimo incisa e stampata.

Mappa di Roma imperiale
Plan des Alten Roms Schraembl

III SECOLO – FORMA URBIS

La Forma Urbis Romae era una grande mappa di Roma (circa 13 x 18 metri) incisa all’inizio del 3° secolo in scala 1:240. La mappa rappresentava in dettaglio la pianta di tutti gli edifici della città antica. Era appesa ad una parete del Tempio della Pace nel Foro, ma andò distrutta ed i frammenti dispersi, così che molti pezzi furono ritrovati – secoli dopo – anche in luoghi della città molto distanti dal foro. Ci restano 1186 frammenti, cioè circa il 10-15% dell’opera. L’importanza della Forma Urbis è enorme, sia perché si è potuto ricostruire almeno in parte l’aspetto della città al tempo dei Severi, sia perché testimonia del livello di precisione a cui erano pervenuti i Romani nel campo della rilevazione topografica. E’ chiaro che la mappa nasce da rilievi accurati ed effettuati con criteri moderni, tanto che nulla del genere riapparirà prima del 15° secolo! L’immagine qui sotto rappresenta i pochi frammenti rimasti che mostrano l’anfiteatro (e che sono importanti perché mostrano alcune suddivisioni dei posti all’interno dello stesso).

800 – MEDIO EVO

Durante il Medio Evo Il Colosseo era con tutta probabilità abitato. Trovandosi in un punto di incrocio di diversi percorsi, l’arena dell’anfiteatro divenne un crocicchio, forse anche un mercato. La pianta qui sotto mostra i passaggi che sono stati aperti nel medioevo per permettere l’attraversamento dell’edificio.

1000 – UNA VEDUTA DELLA CITTÀ
Questa stampa vuole ricostruire lo stato della città intorno all’anno 1000. La veduta è da Est, e mostra il Colosseo praticamente intatto, così come molti antichi templi e monumenti (ad es. il Mausoleo di Adriano). La città però e svuotata degli abitanti, e all’interno delle mura predominano gli spazi vuoti.

1200 – ROMA NELLA MAPPA DI EBSTORF

La Mappa di Ebstorf è una rappresentazione del mondo intero, così come lo si conosceva intorno al 13° secolo, dipinta da Gervase di Ebstorf. Ovviamente Roma occupa solo un piccolo spazio: provate a distinguere il detaglio in bianco e nero nella grande mappa (indizio: si trova lungo il raggio delle 17:30). Stranamente, il Colosseo non compare….
Nel medioevo la rappresentazione delle città era circolare; questa convenzione perdurò sino alla fine del 15° secolo.

1300 – IL CROCICCHIO
In quei giorni la zona era assai viva: il Colosseo era abitato e il quartiere era attraversato da parecchie strade. L’edificio, la cui funzione originaria era ormai dimenticata, divenne una casa fortificata, contesa da potenti famiglie romane. Il vantaggio del Colosseo era anche quello di trovarsi sul percorso dei pellegrini, tra il centro della città ed il Laterano, ove allora risiedevano i Papi.

1400 – L’immagine della città
La bella miniatura appresso proviene da un famoso manoscritto miniato, denominato Très Riches Heures du Duc de Berry. E’ probabilmente il migliore esempio di miniatura gotica che rimane ai nostri giorni. Si tratta di un libro d’ore commissionato dal duca Jean de Berry ai fratelli Limbourg tra il 1412 ed il 1416. La vista è da nord: la rappresentazione circolare della città è abbastanza fantasiosa, ma è tipica di quell’epoca, e mostra tutti gli elementi più importanti: acquedotti, mura, chiese ecc. e – ovviamente – l’anfiteatro.

Questo è un affresco di Taddeo di Bartolo nel Palazzo Pubblico di Siena, dipinto nello stesso periodo, ed infatti le somiglianze sono notevoli!

La mappa in basso proviene da un best seller del Rinascimento: la “Geografia” di Tolomeo, riscoperta in Europa nel XV secolo e ristampata più volte con mappe aggiornate e/o aggiuntive. L’opera venne tradotta in latino intorno al 1406, ma la prima edizione a stampa con le mappe fu edita intorno al 1478, e si tratta probabilmente del primo libro mai stampato con illustrazioni ad incisione. Alcune mappe furono realizzate dallo specialista cartografo fiorentino Pietro del Massaio. In questo caso la rappresentazione circolare della città è abbandonata a favore di un sistema “scientifico” inventato da Leon Battista Alberti. Castel sant’Angelo, Borgo e San Pietro appaiono in basso a destra, separate dal resto della città dal fiume. Entro le mura vediamo il Pantheon, il Foro, i colli Capitolino e Palatino ed il Colosseo dominare lo spazio centrale, tra alcune chiese che appaiono accanto ad essi, e si possono identificare anche altri monumenti come la Piramide (in alto a destra).

1474 – LA MAPPA DI ALESSANDRO STROZZI
Questa veduta è abbastanza interessante perché mantiene la vista circolare “medievale”, ma al tempo stesso è piuttosto completa e precisa nella rappresentazione della città e degli edifici. A quanto sembra, anche questa mappa è stata disegnata secondo il sistema dell’Alberti.

1493 – LE CRONACHE DI NORIMBERGA
Quest’immagine proviene dalle Cronache di Norimberga, una storia illustrata del mondo, la quale segue la narrazione biblica; il libro contiene inoltre la storia di molte delle grandi città dell’Occidente. Scritta in latino da Hartmann Schedel, tradotta in tedesco da Georg Alt, apparve nel 1493. Si tratta di uno dei libri a stampa meglio documentati ed uno dei primi libri ad integrare illustrazioni e testo. Il “Coloseus” appare sulla sinistra.

1500 – META DI PELLEGRINI
Questa carta di Erhard Etzlaub non rappresenta Roma, ma è molto interessante perché mostra le strade che portano a Roma da tutta l’Europa, con le distanze tra le città. A quei tempi molti viaggiatori erano pellegrini diretti ai luoghi santi di tutta Europa.

1549 – SEBASTIAN MUNSTER
Sebastian Münster fu un cartografo e cosmografo tedesco. In qualità di professore di ebraico, scrisse l’edizione della Bibbia in ebraico accompagnata dalla traduzione latina. La sua opera del 1544, Cosmographia, è la prima descrizione in lingua tedesca del mondo. Il suo ritratto si trovava sulle vecchie banconote da 100 Marchi. Nella sua veduta l’anfiteatro … non c’è! Se la si esamina attentamente la nota sotto la lettera G recita: ” Templum Pacis, ubi quoque stare debuerat Colosseum ingens aedifìcium, sed loci angustia exclusit“, che significa: “Tempio della Pace, dove sarebbe dovuta stare anche la mole del Colosseo, ma è stata omessa per mancanza di spazio”.

1551 – L’ANTICA ROMA DI BUFALINI

La mappa di Leonardo Bufalini del 1551 è la prima mappa di Roma a stampa ed è una pietra miliare nella storia delle mappe delle città. La fonte prima della Pianta del Bufalini è quella di Roma antica di Bartolomeo Marliano, inserita nella seconda edizione della sua Urbis Romae Topographia, pubblicata a Roma nel 1544 (dimensioni mm 306 × 464) e che ha lo stesso orientamento e la medesima precisione nei particolari di quella bufaliniana, anche se quest’ultima dimostra maggiori capacità geodetiche. Pur essendo rara, la Pianta del Bufalini ebbe un grandissimo influsso sulle posteriori piante di Roma, che la ripresero in varia misura nei suoi contenuti essenziali. La più fedele copia è quella pubblicata da Francesco Paciotto a cura di Antonio Lafrery nel 1557. E’ la prima mappa corretta della città dai tempi della Forma Urbis. Tutte le precedenti immagini della città erano vedute, e appare strano che questa mappa corretta della città sia stata pubblicata così tardi nel Rinascimento, dato che le tecniche di rilievo erano note ed utilizzate sin dal 1500. Il Colosseo è ancora in aperta campagna.

1557 – BEATRIZET & LAFRERY
L’incisore Nicolas Beatrizet aveva lavorato niente di meno che con Michelangelo. Era uno dei molti artisti che venivano a Roma nel 16° secolo perché la città era un ottimo mercato per stampe, incisioni e opere d’arte in genere. Pubblicò i suoi lavori all’interno dello Speculum Romanae Magnificentiae, di Antoine Lafrery . E’ probabile che molti dei clienti di Lafrery sceglievano le stampe preferite e le facevano rilegare. Questa veduta è ripresa da occidente; il dettaglio mostra chiaramente la rete delle strade intorno al Colosseo nel 1557.

1557 – SEBASTIANO DEL RE
Questa singolare veduta datata 1557 mostra la città con le fortificazioni fatte costruire da Paolo IV all’esterno di alcune porte lungo le mura.

1570 – PIRRO LIGORIO
Pirro Ligorio fu architetto, pittore e antiquario. Oltre che come “insigne studioso è noto anche come “abile falsario” di iscrizioni latine. Questa mappa si concentra sui monumenti antichi.

1576 – MARIO CARTARO
Mario Cartaro pubblicò questa mappa nel 1576, in un periodo di grande attività da parte di cartografi e stampatori. Le case della città sono ancora al di là dei Fori, ed il Colosseo troneggia tra orti e giardini. L’intera mappa può essere scaricata qui.

1577 – DU PERAC & LAFRERY
Etienne Du Perac arrivò a Roma nel 1559 e pubblicò una mappa della città in collaborazione con Antoine Lafrery. Questa famosa mappa mostra lo stato della città prima dei grandi cambiamenti voluti da Papa Sisto V. Il Colosseo sorge ancora indisturbato da edifici in mezzo a orti, giardini, ville e rovine. L’intera mappa si trova qui.

1585 – GEORG BRAUN & FRANS HOGENBERG
Georg Braun da Colonia pubblicò tra il 1572 ed il 1617 Civitates orbis terrarum,che contiene 546 viste, vedute a volo d’uccello e mappe delle città di tutto il mondo.Il suo lavoro in sei tomi si ispirò alla Cosmographia di Sebastian MünsterFrans Hogenberg (1535–1590) da Monaco creò le tavole dei volumi 1-4. In questa immagine si vede il Colosseo ancora in campagna, fuori della città abitata. Non confondetelo con il Teatro di Marcello, più vicino al fiume.

1590 – SISTO V PIANIFICA UNA NUOVA ROMA
Sisto (i romani lo chiamavano giusto così) fu un papa tosto: riportò la sicurezza negli stati papali con una feroce e criticata repressione dei briganti che infestavano le campagne. Comunque, in appena due anni lo stato pontificio era uno dei più sicuri d’Europa. Inoltre risanò le finanze dello Stato, lasciate in condizioni pietose dal suo predecessore Gregorio XIII, ed in poco tempo riuscì ad accumulare un enorme quantità d’oro e d’argento. Promosse infiniti lavori urbanistici nella città: completò la cupola di San Pietro, terminò la loggia della Basilica di S. Giovanni, ampliò e riparò i palazzi del Quirinale, del Laterano e del Vaticano, fece erigere quattro obelischi, compreso quello della piazza di San Pietro, e molto ancora…
Questa furia edificatoria non risparmiò gli antichi monumenti: le colonne Traiana e di Marco Aurelio (c. d. Antonina) diventarono piedistalli per le statue di S. Pietro e S. Paolo; La Minerva del Campidoglio divenne un emblema della Roma cristiana; il Settizonio di Settimio Severo fu demolito per ricavarne materiale. La mappa mostra le strade che Sisto aprì, che sono ancora il cuore della città. Dopo tutto Via Sistina si chiama così in suo onore!

1593 – ANTONIO TEMPESTA
Questa stupenda veduta aerea di Roma fu stampata la prima volta nel 1593 dal pittore e incisore Antonio Tempesta, che inaugurò una nuova prospettiva della città, vista da ovest. Questa edizione con alcune revisioni data al 1645 e mostra Roma nel suo stato del tardo cinquecento, con alcuni dei cambiamenti apportati da Sisto. Dal Colosseo parte la nuova strada verso San Giovanni in Laterano, che i romani (quelli veri) chiamano “lo stradone”. L’intera mappa si trova qui.

1618 – MATTHAEUS GREUTER
In questa mappa di Matthaeus Greuter vediamo che i progetti di Sisto sono stati realizzati. Le strade intorno al Colosseo iniziano ad assumere l’aspetto odierno: oltre allo stradone di San Giovanni sono ampliati altri percorsi, da S. Maria Maggiore verso Santa Croce e verso il Laterano (Via Gregoriana, oggi Via Merulana).

1625 – GIOVANNI MAGGI
In questa veduta datata 1625 vediamo alcune case tra il Colosseo ed il Laterano. La zona è densa di chiese e conventi, ed i grandi edifici sulla piazza del Laterano in effetti appartengono all’ospedale dell’Arciconfraternita del Salvatore (ancora lì, ancora un ospedale). Nel 1604 l’Arciconfraternita si accordò con il Senato della città per fornire (dal Colosseo) tutta la pietra necessaria alla costruzione del Palazzo dei Conservatori sul Campidoglio. In cambio, avrebbe potuto demolire l’Arco di Basile, posto all’estremità est di Via dei Santi Quattro, e che si vede in alcune mappe precedenti, ed utilizzarne i materiali per costruire l’ospedale. La concessione per utilizzare le pietre del Colosseo fu rinnovata all’Arciconfraternita nel 1606.

Giovanni Maggi nacque intorno al 1566 e fu attivo a Roma dall’inizio del 17° secolo. Non sappiamo molto di lui, ma nel 1625 incise su legno la più grande mappa di Roma (cm 224 x 428). L’uso del legno è piuttosto inusuale, poiché la maggior parte degli artisti incideva su rame. Forse la spiegazione è che la tecnica del legno è più economica e veloce. Della stampa originale furono tirate poche copie, tanto che se ne perse la memoria e nel 1774 Carlo Losi ristampò la pianta di Maggi e e tentò di farla passare per una pubblicazione originale. L’intera mappa si può trovare qui.

1652 – MATTHAUS MERIAN
Matthaus Merian (1593 – 1650) fu un importante incisore e cartografo svizzero. A Francoforte lavorò in collaborazione con Johann Theodor de Bry. Merian è rinomato per le sue mappe e vedute di città, finemente incise e dettagliate. E’ considerato uno dei grandi maestri del vedutismo ed un pioniere delle proiezioni assonometriche. Dopo la sua morte i figli Matthaus e Caspar pubblicarono i suoi grandi lavori, Topographia Germaniae e Theatrum Europaeum, sotto il nome di Merian Erben. La veduta segue il modello verso est definito da Antonio Tempesta nel 1593. La proiezione assonometrica utilizzata da Merian rende questa mappa particolarmente importante per gli storici e gli architetti, che possono così visualizzare molti edifici successivamente demoliti o crollati. Questa mappa comprende anche uniche vedute delle antiche chiese di Roma, molte delle quali furono ricostruite nel 18° secolo.

1676 – G. B. FALDA
Giovanni Battista Falda nel 1676 pubblicò una mappa di Roma in 17 fogli, che rappresenta la città nel periodo barocco. La mappa è molto precisa e dettagliata, e divenne immensamente popolare, tanto da essere stata aggiornata e ristampata molte volte, nel 1697, 1705, 1730 e nel 1756. La mappa del Falda è molto importante nella storia della cartografia romana, e rimase il riferimento sino alla pubblicazione di quella del Nolli nel 1748. Falda morì giovane, a 35 anni, ma lavorò molto e ci lasciò circa 300 stampe di palazzi e luoghi della città. L’intera mappa può essere trovata qui.

1703 – NICHOLAS DE FER
Il cartografo francese Nicolas de Fer (1646 – 1720) fu anche geografo, incisore ed editore. In questa mappa vediamo che la zone del Colosseo sta iniziando a far parte della città. Le case hanno raggiunto la valle del Colosseo e collegano l’anfiteatro al Laterano.

1721 – JOHN SENEX – JOSEPH HARRIS
Questa sembra una moderna mappa per turisti. Le principali attrazioni, S. Pietro, il Colosseo, la Colonna Traiana e la Piramide sono rappresentate negli angoli, ed i luoghi più importanti sono numerati e spiegati nelle note. La mappa non vuole essere realistica, volendo mostrare la situazione della città antica e moderna.

Questa immagine, del Canaletto, mostra lo stato del Colosseo a quei tempi, intorno al 1720.

1748 – G.B. NOLLI
Giambattista Nolli fu un architetto e cartografo che dedicò la sua vita a documentare l’aspetto della città. E’ famoso per la sua Pianta Grande di Roma su cui iniziò a lavorare nel 1736 e che pubblicò nel 1748. Nolli riuscì in una grande impresa, che è una pietra miliare nell’arte e la scienza della cartografia. Rilievi moderni e sofisticate immagini satellitari hanno confermato la assoluta precisione della mappa sino al minimo margine di errore. La mappa si compone di 12 tavole che unite misurano 176 x 208 cm.. Fu in assoluto la più precisa rappresentazione della città prodotta sino allora.
Il Nolli si ispira alla mappa di Bufalini, ma la riorienta verso il nord magnetico, cosa che testimonia del suo affidarsi a rilievi effettuati con la bussola, e rappresenta gli spazi pubblici coperti, come il colonnato di S. Pietro e il Pantheon, come spazi civici aperti.
La precisione della mappa è tale che è stata utilizzata come base per tutte le mappature della città sino al 1970. Questo meraviglioso sito dell’University of Oregon è dedicato alla mappa del Nolli. Esplorate ed imparate! Nolli collaborò col famoso incisore Piranesi per una versione minore della pianta, la cosiddetta Piccola Pianta, iniziata nel 1747, ma pubblicata con la mappa maggiore nel 1748. Si può vedere qui.

La zona del Colosseo
L’area di S. Giovanni
La piccola pianta della città

1800 – STOCKDALE
Sebbene datata 1800 questa mappa fu pubblicata la prima volta nel 1776. John Stockdale (1750 – 1814) era figlio di un fabbro, ma lasciò la famiglia per lavorare a servizio, tra gli altri del libraio John Almon. Osservando Almon, Stockdale apprese il mestiere, aprì la sua libreria per pubblicare opere scientifiche e storiche. I colleghi editori, forse a motivo dei suoi umili natali, scrissero di lui: “essendo uomo di natali naturali, è peresto divenuto notevole negli affari nonostante molta eccentricità di condotta e grande rozzezza di modi”: Mai veramente accettato nell’ambiente, i colleghi parlavano di lui come “il fabbro libraio”. Nondimeno, Stockdale produsse diverse opere importanti, comprese alcune Geografie e, con John Cary, il Nuovo Atlante Britannico nel 1808. (da http://www.geographicus.com/).
Stranamente nella mappa il Colosseo appare come una piccola collina, e non come un edificio a pianta ellittica. Come mai? Forse perché il monumento a quei tempi era mezzo sotterrato dalla terra di secoli, e pieno di pittoresca vegetazione

1860 – ETTLING – DAY & SON
Questa mappa incisa da T. Ettling e pubblicata da Day & Son mostra una fila di case tra il Colosseo ed il Laterano, ma la zona è ancora abbastanza deserta. Praticamente le stessa mappa appare pubblicata da John Dower nel 1852.

1873- IL PIANO REGOLATORE
L’annessione di Roma al Regno di Italia nel 1870 produce un’improvvisa espansione della città. Questo è il Piano Regolatore della città pubblicato nel 1873. Vi sono i nuovi quartieri (in rosso): Prati, Esquilino, Castro Pretorio, Celio. Possiamo vedere che alle strade intorno al Colosseo viene dato l’assetto che hanno ancora oggi.

1890 – SCAVI
Si fanno grandi riparazioni all’anfiteatro: vedi qui per i dettagli. L’area circostante il monumento è finalmente ripulita e riordinata, il portico monumentale sul lato nord (quello che appariva sulle monete) è riportato alla luce, come i cippi verso Via Labicana.

1932 – L’APERTURA DI VIA DELL’IMPERO
Il regime fascista voleva rinfrescare le memorie dell’antica Roma per sostenere il concetto del nuovo Impero, così Mussolini ordinò di aprire Via dell’Impero tra Piazza Venezia ed il Colosseo (che era utilizzato come quinta dei raduni fascisti). I lavori durarono dal 1924 al 1932. .
Scrive Wikipedia in inglese (stranamente NON in Italiano): “Sebbene la strada sia stata propagandata come celebrazione della gloria dell’antica Roma, la sua costruzione comportò la demolizione sistematica di oltre 40.000 metri quadri di una delle zone più densamente popolate di Roma, cancellando strutture antiche medievali e rinascimentali, comprese cinque chiese e case popolari che ospitavano 746 delle famiglie più povere di Roma … Via dei Fori Imperiali cambiò completamente il paesaggio ed il carattere del cuore di Roma e divise in due la zona dei Fori. Oggi in genere la reazione dei moderni archeologi e studiosi, quando ne discutono, è sdegnata. Forse il maggior problema è che adesso la nuova strada a quattro corsie, è piena di traffico che attraversa i Fori, arrecando un danno incalcolabile ai monumenti romani circostanti. Peraltro, i numerosi sforzi degli accademici e di cittadini hanno sinora mancato di convincere l’amministrazione cittadina a tentare di disfare ciò che fece Mussolini eliminando la strada. Si è riusciti solo a creare una zona pedonale le domeniche e nei giorni di festa.” Leggete qui per ulteriori dettagli. Le mappe sotto mostrano i cambiamenti.

Mappa della zona prima degli interventi
L’area prima delle demolizioni
I tagli: in giallo Via dell’Impero, in verde via Annibaldi, in rosso il tracciato della metropolitana
Cosa c’è sotto?
Questa interessante mappa (di C. Semeraro) mostra chiaramente la posizione degli antichi fori.
Qui potete cliccare sulla mappa e ottenere una descrizione di ciascun foro.

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