Nel 1381
una sezione del Colosseo fu donata alla confraternita religiosa del Santissimo Salvatore ad Sancta Sanctorum, detta anche del Gonfalone, alla quale dal 1490 fu permesso di tenere rappresentazioni della passione di Cristo nell’anfiteatro. Gli umanisti avevano riscoperto la funzione dell’anfiteatro, ed era opinione comune credere che fosse stato il luogo del martirio di molti primi cristiani.
Le rappresentazioni erano molto popolari, e migliaia di persone si affollavano sulle rovine per parteciparvi. Le rappresentazioni del Gonfalone si tennero sino al 1539, quando furono bandite perché – in particolare durante la Settimana Santa – suscitavano l’odio per gli ebrei ed erano divenute fonte di incidenti e tumulti.
In questo periodo la proprietà del monumento era divisa tra questa Confraternita, il Senato Romano e la Camera Apostolica. La Confraternita iniziò ad utilizzare le pietre del Colosseo ove erano già cadute, e sebbene nel XV secolo i Papi avessero iniziato a riparare alcuni ruderi, l’asporto di materiali durò per secoli.
Al tempo stesso vi era un grande interesse per le antiche rovine: il Colosseo era adesso studiato seriamente. Leon Battista Alberti, il grande umanista, fu chiamato dal Papa Niccolò V, che sognava di ricostruire la città di Roma, per misurare e studiare gli antichi monumenti. Nel 1485 Alberti pubblicò De Re Aedificatoria, un’opera che definiva una serie di modelli formali che da allora sono di riferimento per gli architetti. Il Papa riuscì a realizzare solo pochi dei suoi piani, visionari, ma il libro fu fondamentale nel propagare le teorie e gli ideali del Rinascimento fiorentino ad un pubblico colto. Pare anche che nel XV secolo si fecero degli scavi “archeologici” che portarono alla luce le condotte che attraversano le fondamenta e la pavimentazione attorno all’anfiteatro, che furono poi riscoperte solo nel 1895.
Oramai purtroppo la licenza di asportare materiali (ovviamente, a pagamento) era facilmente concessa dai Papi, i quali approfittarono della disponibilità di tale ampia ed economica fonte di materiali per realizzare i loro progetti, mentre ufficialmente negli editti favorivano la conservazione delle antiche rovine. Tutti i Papi di quegli anni furono responsabili: Eugenio IV, Niccolò V, Pio II, il quale fece costruire un carro apposito per trasportare i blocchi sino a Palazzo Venezia, Paolo II ecc.
Si preferì comunque non intaccare la facciata nord, che doveva rimanere come sfondo monumentale per le processioni religiose che passavano di là per andare al Laterano. Dietro la facciata si potevano cavar pietre, come è effettivamente accaduto, ma il muro esterno fu preservato, tanto che lì è ridotta, in confronto ad altre zone del monumento, anche la rimozione delle grappe di ferro che tengono assieme i blocchi.
E’ noto che nel 1439 le pietre furono utilizzate per riparare la tribuna della Basilica di S. Giovanni in Laterano, che solo nel 1452 ben 2.522 carichi furono asportati da un tal Giovanni Foglia di Como, e che dieci anni più tardi i travertini furono impiegati per la costruzione della Scala Santa e per la piazza ed il loggiato delle Benedizioni a San Pietro. Nel 1519 l’Arciconfraternita costruì nel Colosseo la cappella di Santa Maria della Pietà, ma quando nel 1539 le rappresentazioni della Passione furono vietate a causa dei costi eccessivi e dei disordini provocati dall’odio per gli ebrei istigato dal clero durante la Settimana Santa, la chiesetta fu abbandonata. Quello che segue è uno schematico elenco degli edifici costruiti anche con i materiali del Colosseo:
– XV secolo:le mura della città, la Basilica di San Marco e Palazzo Venezia,
– XVI: il Palazzo della Cancelleria, Palazzo Farnese, i Palazzi senatorio e dei Conservatori sul Campidoglio,
– XVII: Palazzo Barberini e molti altri.
Alcuni Papi (Sisto V e Clemente X) avevano dei progetti per l’edificio. Sisto V intendeva utilizzare l’anfiteatro come filatoio, con le macchine al piano terreno e le case dei lavoratori nei piani più alti. L’illustre architetto Domenico Fontana realizzò il progetto di questa conversione industriale, ma Sisto morì nel 1590 e non si trovarono mai i fondi per iniziare l’impresa. In mancanza di piani ambiziosi, la cappella di Santa Maria della Pietà fu restaurata e dotata di una casetta per un guardiano e di una campana. In ogni caso, un gruppo di fabbricanti di colla affittò degli spazi al primo piano, ma l’affare andò a monte perché il S.P.Q.R. arrestò l’affittuario. L’Arciconfraternita del Salvatore nel 1604 si accordò col Senato per fornire tutta la pietra necessaria al completamento del Palazzo dei Conservatori, ma ebbe in cambio il permesso di smantellare il famoso Arco di Basile, che si trovava probabilmente all’estremità di Via dei Santi Quattro verso il Laterano, per utilizzarne il materiale nella costruzione dell’Ospedale del Salvatore. Nel 1606 l’Arciconfraternita ebbe rinnovata la concessione per lo sfruttamento delle pietre del Colosseo (Lanciani).
Altri progetti furono avviati da Clemente, il quale affidò niente meno che a Lorenzo Bernini il compito di progettare una chiesa dedicata ai martiri, da costruire al centro dell’arena. Anche in questo caso nulla si concluse per mancanza di fondi. Solo una croce fu piazzata in cima al monumento per il Giubileo del 1675.
Nel XVII secolo il monumento era ancora una volta divenuto ricettacolo di derelitti e criminali. Dopo lunghi anni di abbandono, nel 1700 Papa Clemente XI fece chiudere gli archi, pose una croce nell’arena ed utilizzò il Colosseo come deposito di letame per la produzione di salnitro, a beneficio di una vicina fabbrica di polvere da sparo. Nel 1703 altri travertini crollarono a causa di un terremoto, e Clemente trovò il modo di impiegarli per la costruzione del monumentale Porto di Ripetta. Nel 1720 si costruirono le edicole della Via Crucis tutt’intorno all’arena. La loro storia è singolare: ricostruite nel 1749, rimosse nel 1803 durante l’occupazione francese, reinstallate nel 1815 e alla fine demolite nel 1874. Per un saggio sulla nascita, il significato e lo sviluppo della Via Crucis clicca qui.
Dopo decenni di abbandono, al Colosseo fu dedicata un po’ di attenzione appena prima del Giubileo del 1750. Nel 1743 si restaurò di nuovo la chiesetta nell’anfiteatro (vedi immagine sotto). Su iniziativa del Senato di Roma si eseguirono dei restauri nella zona NO, e Papa Benedetto XIV fece ricostruire gli archi del piano terra. Nel 1749 infine il Papa dichiarò il monumento chiesa pubblica consacrata alla memoria della Passione di Cristo e dei Suoi Martiri; così almeno si pose fine alla rimozione delle pietre. Un editto papale vietò qualsiasi violazione delle rovine e minacciò punizioni corporali per gli inquilini che la notte non avessero serrato i cancelli. Ai margini dell’arena furono poste le stazioni della via Crucis, ed una nuova croce fu sistemata al centro.
E oggi? è terminato il saccheggio? Leggete qui, se sapete l’inglese, un post dove qualcuno chiede se è legale vendere su E-Bay un pezzo (chunk) del Colosseo …
Il Papa fondò anche una Arciconfraternita religiosa chiamata “degli Amanti di Gesù e Maria”, la quale iniziò a organizzare la famosa Via Crucis.
La Via Crucis dell’Arciconfraternita si svolgeva al Colosseo tutte le domeniche e venerdì dell’anno, ogni giorno del Carnevale, ogni giorno dell’Ottava dei Defunti (dal 2 al 9 novembre), nei giorni della Santa Croce a maggio e dicembre, durante i tre giorni di mercoledì, giovedì e sabato della Settimana Santa e il giorno di San Giovanni Evangelista.
I fedeli si riunivano all’oratorio dei SS. Cosma e Damiano al Foro, dove la catechesi iniziava nel primo pomeriggio. Se vi erano ragazzi, gli veniva impartita la dottrina da preti. Dopo un’ora, mezz’ora di catechismo, separatamente per gli uomini e le donne, e poi un quarto d’ora di meditazione. Poi iniziava la processione verso il Colosseo recitando il Rosario. Al Colosseo c’era l’adorazione della Santa Croce e poi la Via Crucis, sempre con uomini e donne separati. Al termine, un altro sermone ed i fedeli tornavano all’oratorio cantando inni. Tutta la cerimonia poteva durare 3-4 ore, così da finire prima del tramonto. I visitatori trovavano la processione con gli incappucciati molto spettacolare, ed hanno lasciato immagini e resoconti (vedi immagine qui sopra).
Tra il 1751 ed il 1768 molte piccole riparazioni vennero effettuate qua e là dai Papi e dal Senato Romano: ripulitura di detriti, risarcimenti di muri, rinforzi ai pilastri e sostituzione di blocchi, ma i veri restauri erano ancora là da venire …
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