Così scrisse Dione Cassio:
[Nell’anno 217] il teatro di caccia fu colpito da fulmini proprio il giorno dei Vulcanalia, e ne seguì un tale incendio che l’intero anello superiore bruciò, e tutto nell’arena, e per questa ragione il resto della struttura fu danneggiato e ridotto in rovine. Gli sforzi umani non poterono alcunché contro questo incendio, anche se praticamente ogni acquedotto fu prosciugato, e neppure vi riuscì un violento temporale – l’acqua di ambedue le fonti fu consumata dalla forza dei fulmini e, in effetti, contribuì in una certa misura ai danni. In conseguenza di questo disastro, per molti anni i giochi gladiatorii si tennero nello stadio. (Dio Cass., 78, 25).
DIONE CASSIO, ovvero DIO CASSIUS COCCEIANUS (ca. 150-235), storico e politico romano, nato a Nicea, in Bitinia; suo nonno materno fu il filosofo stoico Dione Crisostomo (ca. 40-112). Dione Cassio ebbe incarichi amministrativi a Roma sotto gli imperatori Commodo, Pertinace, Settimio Severo e Alessandro Severo; fu due volte console (220 e 229). Dione è meglio conosciuto come l’autore di una storia di Roma in 80 libri scritta in greco. Ne restano interi solo 18, ma frammenti di alcuni degli altri libri e successive epitomi di altri scrittori sono arrivate sino a noi. Le opere di Dione sono tutte di primaria importanza per la storia degli ultimi anni della repubblica romana ed i primi anni del’impero.